Hai imparato a conoscerla la pioggia, hai imparato a riconoscere perfettamente l'attimo nel quale avere paura.
Paura è quando la pioggia cade rapidamente e fa quel rumore particolare
sulla tua persiana insieme al vento, quel diluvio che dura pochi minuti
e puo' portare al disastro.
Paura è correre a mettere il cellulare
in carica, che puo' diventare l'unico mezzo di comunicazione con il
mondo esterno, con la paura che da un momento all'altro vada via la
corrente elettrica.
Paura è tenere sempre quel piatto sulla credenza
pieno di candeline dell'Ikea pronte ad essere accese, unica luce in
mezzo al buio.
Paura è dormire con mezza persiana aperta, e alzarsi
ogni mezz'ora per "monitorare" il livello del Bisagno che scorre con
rabbia, violento ed impetuoso.
Paura è essersi creati come punto di
riferimento, quella crepa nel muro davanti a casa, che se il fiume
raggiungerà quel livello, ormai sai che per prima cosa andrà via la
luce, poi guarderai verso il muro che fa da argine al Bisagno e lo
vedrai esondare e coprire tutto e tutti come una grossa macchia nera e
scura.
Paura è il Bisagno che mangia tutto, e poi quando inizia a
defluire, paura sono gli allarmi assordanti delle macchine, delle case,
dei negozi, quel rumore che sembra durare per sempre e ti si infila
sottopelle insieme alla paura.
Paura è vedere S. che ti chiama e
guardi in giù e lo vedi che ti punta la torcia verso l'alto, lui lì in
basso con l'acqua fino alla vita e ti dice che non puo' venire su,
perché ha paura di aprire il portone di casa facendo entrare l'acqua,
tipico di chi è nato con l'altruismo addosso e rischierebbe anche la
vita per non creare danno agli altri.
Paura è dimenticare qualsiasi
numero d'emergenza e chiamare il 113 che è l'unico che ti verrà sempre
in mente e troverai sempre occupato.
Paura è cercare altri punti di
riferimento, come la Jeep sulla destra posteggiata nella via, con
l'acqua che arriva fino al finestrino e tirare un respiro di sollievo in
mezzo alla disperazione quando vedi che l'acqua sta iniziando a
defluire e arrivare a livello della ruota.
Paura è il rumore delle ruspe che vanno avanti e indietro con il loro rumore e bagliore per tutta la notte.
Paura è l'odore del fango il giorno dopo che ti si attaccherà addosso come una seconda pelle.
Paura è lo sguardo sul volto di tante persone così simile al tuo, le
lacrime orgogliosamente trattenute di chi ha perso tutto, quegli occhi
simili a buchi neri che ti perforano l'anima.
Paura è sentire di altre alluvioni, altri disastri, altre disperazioni.
Paura è il muro della camera da letto che continua a piangere, umido,
maleodorante, crepato, sgrarrupato, alluvionato che ti continua a
ricordare, se mai ce ne fosse bisogno, che comunque tu sei stata
fortunata.
Paura è paura di avere paura, tutte le volte che inizia a
piovere, quando la pioggia si fa più insistente, quando sai che chi ami
correrà fuori casa per mettere in salvo i mezzi di lavoro, che senza
quelli "non si mangia", e tornerà la disperazione di saperlo fuori casa
ed è quello l'attimo più dolente ed infinito della paura, quel senso
angosciante di impotenza e disperazione di non potere fare altro che
aspettare.
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